Intervento di restauro, risanamento conservativo, recupero e adeguamento funzionale della manica edilizia interna del palazzo Sormani, già Tournon, in piazza Solferino a Torino, di proprietà della Regione Piemonte, già destinata a uffici regionali, da convertire in micronido aziendale ai sensi della D.G.R. n. 13-2738 del 22/5/2006.
L’immobile è parte del più vasto complesso soggetto a tutela ai sensi del D. Lgs 42/2004. Il complesso ha una notevole valenza ambientale ed architettonica ed è sottoposto a parere preventivo della Soprintendenza come immobile vincolato quale bene culturale.
Il Piano Regolatore Comunale individua la palazzina principale come “edificio della costruzione ottocentesca della città” , vincola le facciate verso la piazza e la via Gandolfo (già Arcivescovado) come “fronte caratterizzante ambienti urbani” e segna la superficie inedificata come “cortile e giardino privato improntati a un disegno architettonico di prestigio”.
La palazzina Sormani già Tournon è oggi l’unica sopravvissuta tra le palazzine costruite sul lato occidentale della piazza Solferino, antica piazza "Della Legna”, fra il 1856 e il1872.
Piazza Solferino fu progettata nell’ambito del piano d’ingrandimento della capitale del 1852 ancorato al modello urbanistico-gerarchico della città settecentesca, in cui si poneva grande attenzione al rispetto della griglia ortogonale originaria e si proponeva di eliminare anche i pochi viali obliqui appena realizzati ("l'Allea Oscura" tra piazza Carlo Felice ed il Castello del Valemmo e la "promenade" di corso Principe Eugenio) mentre si incentivava la realizzazione degli spazi di relazione, portici e piazze.
L’antica piazza Della Legna sorge dopo la decisione di smilitarizzare l’area della cittadella e delle servitù militari ad essa collegate per permettere l'espansione cittadina verso ovest, che avverrà solo nella seconda metà dell'ottocento in seguito allo smantellamento della cittadella, disattivata nel 1852. La Piazza sarà, poi riadattata e così nominata nel 1877 per ricordare la battaglia di Solferino contro gli austriaci vinta dai francesi di Napoleone III (allora alleati dei Savoia).
Il progetto di Carlo Promis per la nuova piazza confluì parzialmente nel progetto d’ingrandimento della città di Torino verso l’ex cittadella, firmato nel 1856 dall’ingegnere capo del Comune E. Pecco.
Il Pecco riprese gli stessi criteri del Promis, tranne la proposta dei portici, scartata. Come Promis, Pecco volle la prosecuzione nelle espansioni degli assi del reticolo viario ad angoli retti della città, come si era fatto negli ingrandimenti precedenti.
L’idea era di allacciare gli assi viari e delle piazze al prestigioso complesso di assi e poli barocchi e neoclassici già esistenti, con delimitazione esterna di ciascuna espansione mediante strade alberate.
La nuova piazza venne ad assumere un ruolo di polo nodale di allacciamento e di saldatura delle espansioni progettate verso la cittadella con le frange della città vecchia romana medievale e della città nuova seicentesca. Nacque perciò, come si è detto, una serie di palazzine a due o tre piani, con giardino, e la palazzina Tournon sorse nel 1872, su progetto di E. Petiti, figura di progettista attivissimo in quegli anni e in quella zona. Artefice fra l’altro nel 1880 del progetto della sinagoga a sostituzione del più ambizioso edifico progettato da Antonelli, la futura Mole Antonelliana, che non divenne mai tale perché il costo dell'opera fu subito così elevato da costringere la comunità a rivendere la costruzione non ancora completata al Comune di Torino.
Il volto della piazza rimase questo per pochi anni. Poi, già dal 1876, iniziò una rapida metamorfosi verso l’assetto attuale, a grandi edifici ad alloggi ed uffici. Restò invece intatta, preziosa ed elegante testimonianza per la storia della piazza, questa palazzina prestigiosa.
Come descritto il complesso è articolato in due nuclei autonomi: la palazzina prospiciente la piazza Solferino ed il corpo di fabbrica interno posto in fregio al giardino. Il corpo accessorio è la sede prescelta per l’insediamento del micronido aziendale
La destinazione originaria dell’edificio non è documentata, tuttavia è prevedibile fosse accessoria al corpo principale.
Sotto l’aspetto del profilo architettonico l’intervento è assimilabile ad un’operazione di restauro e di risanamento conservativo, dove l’unitarietà formale ed estetica tra il corpo principale del complesso e la sua manica interna, consigliano comunque di operare gli interventi modificativi con cautela, rispettando i caratteri originari della costruzione.