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Double coding

Umberto Eco nel ricordo per Luigi Malerba su La Repubblica
[...] Il double coding viene definito per la prima volta per quanto concerne l’architettura da Charles Jenks [...]. Per Charles Jenks, l’architettura postmoderna parla su almeno due livelli allo stesso tempo, ovvero si rivolge simultaneamente ad un pubblico minoritario di élite usando codici “alti”, e ad un pubblico di massa usando codici popolari. In architettura abbiamo tutti presenti esempi di cosiddetto postmodernismo che abbondano in citazioni rinascimentali o barocche, o d’altra epoca, così strizzando per così dire l’occhio ai conoscitori, mentre l’utente comune vede in un timpano un bel timpano, in una voluta una bella voluta, senza pensare alla citazione classica, e gode gli spazi per quello che gli danno consentendogli di viverli [...]